La Federcalcio Ungherese ha deciso di dare una punizione esemplare al CT della nazionale maggiore, Attila Pinter: il vulcanico tecnico si è reso protagonista di un gesto censurabile durante una partita per la quale era sceso in campo anche il figlio di nove anni. Nei confronti di Pinter è scattato subito una sorta di codice etico che lo costringerà ad imparare le buone maniere nell’esporsi in pubblico: “Dovrà migliorare il suo stile con corsi di comunicazione”, fa sapere il governo del calcio ungherese.
Attila Pinter, ex allenatore del Gyori campione d’Ungheria nella passata stagione, ha smesso per un giorno i panni del CT per vestire quelli del padre, recandosi presso un campetto di periferia per assistere alla partita del figlio di nove anni. Durante la gara, però, il CT dell’Ungheria ha perso ben presto la pazienza contestando duramente l’operato dell’arbitro. Ad un certo punto, in preda alla collera, Pinter ha dato dell’imbroglione all’arbitro, utilizzando – stando alle cronache locali – un termine molto più colorito. Il CT è stato subito riconosciuto da alcuni dei presenti e la cosa ha fatto circolare velocemente la notizia dell’accaduto, finita pure sui media ungheresi. Interpellato sull’episodio, Pinter si è detto dispiaciuto:
“Come selezionatore dell’Ungheria, non avrei dovuto… ma come padre, è stato terribile vedere mio figlio ingannato”.
Al pentimento del commissario tecnico, non crede però la Federcalcio ungherese che ha subito comminato una sanzione esemplare:
“Pinter si esprime chiaramente – spiega la federazione -, ma noi possiamo aiutarlo a migliorare il suo stile attraverso dei corsi di comunicazione”.
Attila Pinter è CT dell’Ungheria da dicembre 2013, quando fu chiamato a sostituire Sandor Ergevari, allontanato dopo l’8-1 rimediato contro l’Olanda. Il suo obiettivo è quello di qualificarsi per gli Europei del 2016, ma per ora la federcalcio del suo Paese si accontenterebbe se imparasse prima di tutto ad essere meno “vulcanico” in pubblico.
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